lunedì 28 settembre 2015

HALLA, The Legend of Stockholm



Oggi vogliamo parlare di una storia vera, ma talmente incredibile che potrebbe sembrare solo un film. Se si fosse trattato di una storia americana, probabilmente a Hollywood avrebbero già provveduto a farne una pellicola di successo. Invece la nostra storia comincia in Germania, dove ai tempi ebbe una risonanza tale da essere ricordata in seguito come “la leggenda di Stoccolma”. Protagonisti sono Hans Günter Winkler, cavaliere della squadra olimpica di salto tedesca, e soprattutto il suo cavallo Halla, un vero e proprio eroe nazionale, considerato una sorta di “Seabiscuit tedesco”. (Ve la ricordate la storia di Seabiscuit? Ne avevamo già parlato nell’articolo sui cavalli-attori nei film).
Perché “leggenda di Stoccolma”? Siamo nel 1956.  I giochi olimpici si tennero per la prima volta in Australia, a Melbourne, per giunta a dicembre nel pieno dell’estate australiana. Una novità assoluta, ma non per tutti gli atleti. Le gare di equitazione si svolsero infatti mesi prima a Stoccolma, a causa delle rigide leggi australiane sulla quarantena che rendeva parecchio complicato il trasferimento dei cavalli.

Today I am going to tell you a story. A true story which may sound like a movie. Indeed, if it were an American story, it would have probably already been adapted into a movie. But this is not a Hollywood story, our story comes from Germany, where it’s known as “the legend of Stockholm”.
The main characters are West German Olympic rider Hans Günter Winkler and his horse Halla, a national hero, a kind of German Seabiscuit. (do you know Seabiscuit’s story? We talked about it in our article about horses starring in movies).
Why the “legend of Stockholm”? It’s 1956. The Olympic Games will take place for the first time down under, in Melbourne, in the month of December. But not for all the athletes. The equestrian competitions took place months before in Stockholm, because of quarantine laws in Australia not allowing the transport of horses.

Ora, bisogna dire che la Germania non se la passava benissimo in quegli anni. Lo spettro della disfatta nella seconda guerra mondiale era ancora presente nei ricordi di tutti, il paese era diviso politicamente in due, e i tedeschi cercavano faticosamente di risollevarsi. In tutto questo lo sport venne in aiuto come occasione di rivalsa. Solo due anni prima la nazionale di calcio della Germania Ovest aveva vinto per la prima volta la coppa del mondo in Svizzera battendo a sorpresa la favoritissima Ungheria, un’impresa passata alla storia come il “miracolo di Berna”.
Dalla Svizzera alla Svezia il passo non è poi così lungo, e solo due anni dopo gli undici eroi de “Il miracolo di Berna” arrivarono altri due eroi a dare vita alla leggenda di Stoccolma.

Germany was not having a good time then. With the country politically split in two nations, The Germans had not fully recovered from the hardship of post-war era. Sport helped the country to rebuild a sense of national pride. Two years before, West Germany national football team won for the first time the World cup in Switzerland, beating football power Hungary in the final game, a glorious feat that would be remembered as the “Miracle of Bern”.
Just two years after that exploit, German sport fans could testify another miracle, the “legend of Stockholm”.


Hans Winkler insieme ad Halla (sopra) e cinquant'anni dopo l'impresa di Stoccolma (sotto)

Finale a squadre di salto ostacoli. Che i cavalieri tedeschi siano in grado di puntare all’oro non è certo un mistero. All’inizio della competizione però la fortuna sembra voltare subito le spalle alla Germania. Winkler sta per completare il suo percorso quando Halla al penultimo ostacolo stacca troppo in anticipo, Winkler viene sbalzato in aria e ricade pesantemente sulla sella stirandosi un muscolo dell’inguine.
Il dolore è tale che Winkler non riesce neanche a stare seduto in groppa a Halla. Ma ovviamente se anche solo un componente non è in grado di completare la gara, l’intera squadra viene squalificata e tolta dalla classifica per nazioni. Ogni speranza di medaglia sembra vana per la Germania. Ma Winkler non si arrende. Imbottendosi di antidolorifici riuscirebbe a stare perlomeno in sella, ma rimarrebbe stordito dall’effetto dei medicinali e poco lucido. A questo punto i tedeschi decidono di rischiare il tutto per tutto: Winkler affronta l’ultimo round bevendo solo caffè nero per rimanere sveglio e affidandosi totalmente alla sua Halla. E Halla, il cavallo che solo pochi anni prima veniva considerato un cavallo “difficile” impossibile da cavalcare, compie il miracolo.
Quanto può essere forte il legame tra un cavallo e il suo cavaliere? Molto, moltissimo, tanto da superare qualsiasi ostacolo, direbbe qualsiasi cavaliere.

Final round of the team jumping. No surprise to see the German riders competing for the gold medal. At the beginning of the competition, though, it seemed that luck was not on their side.
In the first round, Winkler pulled a groin muscle at the penultimate obstacle, after his mare took off early and threw him out of position.
The pain did not allow Winkler even to stand sitting in the saddle. Without him, the German team would have been eliminated and lost an assured medal. But Winkler did not want to give up. After he was given tranquilizers, Winkler could comfortably sit. However, drugs that could reduce the pain also made him quite unconscious, and therefore he was only given black coffee before his final ride to reduce his dizziness. He totally trusted his horse Halla. And Halla  repayed him with an incredible performance.Just a few years before, Halla was considered a “difficult horse” no one could ride because of her bad temper.
There is no other tie stronger than that between a rider and his/her horse.

“Halla aveva capito che qualcosa non andava” ha confessato lo stesso Winkler. Quel giorno praticamente riusciva a malapena a reggersi in sella e a indicare la strada al suo cavallo, senza poterlo guidare al meglio. Ebbene, Halla concluse praticamente“da sola” un percorso netto regalando a sé stessa e alla Germania un doppio oro, individuale e a squadre.

“She knew that something was wrong” Winkler said after the triumph. That day he could barely steer her through the course. The rest was up to her.
Halla completed a clear course, giving to her rider and the German team individual and team gold.


Halla, The legend of Stockholm. A different kind of post war hero


Per la Germania fu un trionfo di quelli da ricordare, per noi italiani un po’ meno. Alle spalle dei tedeschi si classificò infatti la squadra azzurra, con i fratelli D’inzeo entrambi sul podio anche nell’individuale, ovviamente dietro a Winkler e Halla. Raimondo e Piero d’altronde avrebbero avuto tutto il tempo per consacrarsi tra le leggende dello sport italiano. E quale occasione migliore per questo delle olimpiadi di casa che si sarebbero tenute quattro anni dopo?

It was a great triumph for the Germans, perhaps not as much for the Italian team. The silver medal was awarded to the “Azzurri”, led by brothers Piero e Raimondo D’inzeo, together on the podium also individually (behind Winkler and Halla, of course). The D’inzeo brothers would have had their share of glory four years after, when the Olympics were held in their hometown, Rome.

A Stoccolma invece fu il turno di Halla e Hans Winkler di entrare nella storia. Il primo rimane a tutt’oggi uno dei cavalli con più medaglie ai Giochi Olimpici. Il secondo divenne uno degli atleti tedeschi più famosi della sua epoca. Merito del legame speciale che seppe costruire nel corso degli anni con la sua amata Halla portandola a esprimersi al massimo del suo potenziale, anche quando tutti la consideravano un grande “talento inespresso” a causa del suo carattere difficile. 

In 1956, it was Winkler and Halla’s turn to give birth to the “legend of Stockholm”. The rider became one of the most celebrated German athletes of his time. The mare is still one of the most successful horses at the Olympic Games, with a total of three gold medals.
It is all due to the special tie they built together year after year, even when nobody believed anymore in Halla, who was meant to be an “unexpressed talent”.

Winkler davanti alla statua di Halla a Warendorf nel 1978

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